martedì 8 ottobre 2013

Camminando sulle uova dell'omofobia


di Simone Boscali

Camminando sulle uova dell'omofobia


Questo articolo sarà certamente uno dei più a rischio della nuova edizione di Arcadianet, eppure l'impopolarità che certamente farà seguito a questa presa di posizione è necessaria per decidersi finalmente a fare chiarezza su un tema sociale tra i più strumentalizzati della storia attuale.

Eviterò le classiche premesse benpensanti di chi teme di esprimere apertamente le proprie opinioni quali “non ho nulla contro i gay ma...” e lascerò a chi ha sufficiente maturità e obiettività l'eventuale compito di decidere quanto io ce l'abbia con qualcuno o meno.

La premessa fondamentale di questa presa di posizione è che, a dispetto del martellante allarme omofobia in Italia e all'estero, una certa versione dell'omosessualità è pesantemente favorita dalla cultura e dalle istituzioni di questi ultimi anni e anzi i reiterati allarmismi su un'omofobia crescente fanno parte proprio di questa campagna che mira a mettere al centro della dibattito socio politico una determinata categoria sociale.

Negli ultimi anni le serie tv e i film dedicati alla promozione di una certa versione dell'omosessualità (promozione che è diverso da emancipazione o accettazione) si sono moltiplicati a vista d'occhio anche per chi come me non guarda la televisione ma segue tutto semplicemente in Rete: Will & Grace, The L World, Vi dichiaro marito e marito, Luke & Noah, Le fate ignoranti.
Parallelamente anche nelle serie tv che non hanno intenti sessuali vengono inserite puntate a specifica promozione della già citata certa versione dell'omosessualità.
Del resto occorre chiedersi cosa vi sia di omofobico in una società dominata da classi politiche che dall'America all'Italia passando per la Francia promuovono una legislazione più o meno avanzata – su alcuni singoli punti condivisibile – per le coppie omosessuali, e da poteri forti pre-politici che incoraggiano e foraggiano eventi gay a suon di milioni di dollari1: JP Morgan, Goldman Sachs, George Soros, le famiglie Rottschild e Rockefeller.
Anche i personaggi famosi e le aziende che più si prodigano a favore della causa gay sono di dubbio collocamento ideologico venendo tutti da quella stessa area che sta lavorando alla costruzione di un ordine generale orwelliano2. Angelina Jolie è stata coinvolta con il Council on Foreign Relations statunitense mentre Lady Gaga3 altro non è che l'esecutrice materiale di oscure simbologie massoniche in salsa musicale.
E anche il modesto mondo culturale di casa nostra non ci risparmia indottrinamenti a senso unico a favore di una promozione unanime di questo fenomeno. Dal Grande Fratello alle prese di posizione di una Laura Pausini, di Anna Tatangelo, di Claudia Gerini, Luca Argentero, Ambra Angolini, e chi più ne a più ne metta.

Prima di capire perché questa politica sia in corso occorre finalmente mettere in chiaro cosa si intenda qui con la più volte accennata certa versione dell'omosessualità.
L'omosessualità è sempre esistita dall'alba dei tempi ed è praticata anche tra altre specie animali.
Vi sono anche stati momenti e luoghi storici particolari quali la Grecia classica e la Roma tardo imperiale in cui la sua diffusione ha toccato altissime percentuali tanto da far presumere che fosse addirittura preferita all'eterosessualità, derubricata a pura pratica da riproduzione.
Tuttavia il richiamo all'omosessualità degli antichi avviene a sproposito quando lo si vuole strumentalizzare a pretesto dell'attuale campagna di indottrinamento in quanto i rapporti tra persone dello stesso sesso tra antichi potevano avere finalità pratiche, quali il compattamento della falange oplitica o un miglior rapporto tra maestri e reclute nell'esercito spartano, o essere il puro sfogo di piaceri fisici come emerge anche dal Satyricon di Petronio. Mai gli antichi, per esempio, avevano pensato di affiancare un modello di famiglia omosessuale a quella tradizionale a dispetto della grande diffusione dell'omosessualità e della comune accettazione sociale della stessa.
L'omosessualità degli antichi, che poi è sopravvissuta nei secoli sino ai giorni nostri incarnando una versione che definirei naturale, non ha mai messo in discussione la differenza tra uomo e donna.

A fianco di questo fenomeno appunto naturale e che sempre esisterà in qualche misura, è stata promossa negli ultimi anni una versione assolutamente diversa del fenomeno. L'omosessualità sulla quale pressano i media e la politica e in nome della quale vengono avanzate proposte di legge è ben lontana da quella dei Socrate e degli Alcibiade così come da quella dei Pasolini e si fonda invece su miti individualistici in cui il bene collettivo è tenuto in totale disprezzo e a prevalere sono l'apparenza e l'edonismo, non certo la legittima volontà di amare o avere famiglia4.

L'argomento inoltre è diventato minato per chiunque lo volesse approcciare fuori dal solco tracciato dal sistema attuale tanto che ogni tentativo in questo senso è subito marchiato con l'accusa di omofobia5 anche quando sono evidenti le migliori intenzioni di chi vorrebbe semplicemente dare alla cosa un altro contributo. Ne sia fresco esempio il fuoco incrociato contro Guido Barilla, colpevole di aver dichiarato il proprio appoggio alla famiglia tradizionale come soggetto dei propri spot pubblicitari piuttosto che una famiglia gay6: omofobico d'ufficio a dispetto di ciò che ha realmente detto.

A mettere il cappello a questa grottesca situazione ci ha pensato poi una scienza andata in pensione, la psicologia. Una delle prime spiegazioni che questa disciplina aveva trovato per l'omosessualità sosteneva che il troppo esclusivo rapporto di un figlio col genitore di sesso opposto a fronte di un genitore del proprio sesso evanescente potesse causare una crisi di identità sessuale o finanche di genere determinando la preferenza omosessuale. Nel caso per esempio di un maschietto, una madre soffocante a fronte di un padre olografico determinerebbero nell'adulto il bisogno omosessuale per “compensare” il bisogno di paternità e mascolinità mancato da piccoli.
Col passare dei tempi tuttavia la psicologia ha rinunciato al proprio status di scienza derubricando se stessa al ruolo di formalizzatrice delle opinioni comuni dominanti nella società così che oggi essa ha accantonato per mere ragioni politiche questa spiegazione. Questa infatti, individuando come causa dell'omosessualità una mancanza infantile, rischiava di far apparire una semplice variante sessuale come una sorta di handicap agli occhi più in cattiva fede e realmente omofobici. Inoltre l'individuazione di un momento critico nella sviluppo del bambino come causa della preferenza omosessuale dava credito alla possibilità di un cambiamento, mediante apposito percorso psicanalitico, almeno a quegli omosessuali che vivessero con insoddisfazione il proprio stato.

Arriviamo così alla domanda più importante, ovvero, perché vi sarebbe una regia, una volontà politica, economica e sociale tutta tesa a diffondere e promuovere questa forma di omosessualità moderna emarginando e tacciando nel peggiore dei modi chiunque volesse aprire un dibattito serio nel merito senza accettare l'imposizione a senso unico da parte del sistema?
E del resto, alla luce dei nomi di famiglie, persone e istituzioni sopra citati come sostenitori di questa recente variante dell'omosessualità, non è naturale chiedersi perché questo fenomeno sia appoggiato dai peggiori delinquenti e assassini del mondo e di tutti i tempi?

Sostenere che si tratta di una mossa per atomizzare la società potrebbe apparire semplicistico e ingiusto verso tutte quelle persone che indipendentemente dalla propria preferenza sessuale svolgono un ruolo importante per gli altri. Meglio sarebbe dire che si tratta di una mossa per atomizzare irrimediabilmente la società. Il mondo eterosessuale appare oggi già abbastanza sgangherato e incapace di prendersi le responsabilità che gli competono specialmente per quanto riguarda gli impegni a carattere collettivo proprio perché l'atomizzazione sociale è già drammaticamente diffusa. Nazione, comunità, famiglia, parrocchia, vicinato, ogni soggetto collettivo manca completamente di appoggio organico e l'individualismo impera. Ma una società prevalentemente eterosessuale con la sua naturale presenza di omosessuali come è sempre stato per secoli avrebbe pur sempre la potenzialità di riprendersi. Questo perché sopravviverebbe il contesto familiare naturale, contesto collettivo che fa da base a ogni altra collettività, e in questo contesto possono trovare posto una ripresa dei valori e della società. La diffusione esasperata di un'omosessualità alla Lady Gaga porterebbe ai limiti estremi l'atomismo sociale e la distruzione di ogni legame comunitario e poi ridurrebbe al lumicino ogni speranza di rinascita futura.

A ciò si aggiunga, e qui veramente non me ne vogliano i lettori omosessuali uomini e donne, una pratica sessuale con finalità spirituali che le oligarchie, almeno ai loro massimi livelli, verosimilmente conoscono bene, come il sesso tantrico o quello taoista, in grado di risvegliare determinati centri energetici e capacità che trascendono la materia. Queste pratiche tuttavia, capaci genericamente di rendere le persone migliori, hanno come presupposto fondamentale l'incontro tra le due energie complementari maschile e femminile e nessuna elevazione spirituale e di coscienza vi può essere da questa prospettiva nel rapporto sessuale tra due persone dello stesso sesso: esattamente ciò che le oligarchie auspicano.




6http://www.corriere.it/cronache/13_settembre_26/barilla-no-spot-omosessuali-famiglia-sacrale_f9506e70-268f-11e3-a1ee-487182bf93b6.shtml

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